Anne Rice - Belinda

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1、ANNE RICE (ANNE RAMPLING) BELINDA (Belinda, 1986) Questo romanzo dedicato a me Cedi ai sensi. Leccesso la sola possibilit di sentirsi a proprio agio. Perci cedi. Il sole nellalbero. Posa la tua bocca sulla mia. E mentre ti chini, attraversami come un raggio di luce e come una frustata, poich il Terr

2、ibile fatto di scene sognate di ci che viene dopo la morte. essere scampati a ci che si arrende al dolore. Il gomito cede nel cervello, poi solleva la coppa. Il peggio che tu per me sei ancora soltanto un sogno, perci concediti la tresca che tu stessa hai sognata. Non cercare lintrovabile sottigliez

3、za nellalbero del cervello. Leccesso seduce con gli slanci. Le stelle ardono limpide. Il giallo riggolo puttaneggia e balugina. Il Terribile la paura di essere inadeguati per sempre. Perci, te lo dico di nuovo: cedi. E bacia ci che vedi. STAN RICE Parte prima IL MONDO DI JEREMY WALKER 1. Chi ?, fu i

4、l primo pensiero che mi venne in mente quando la vidi in libreria. Me la indic Jody, lagente pubblicitaria. Guarda che l c una tua fervida ammiratrice, disse. Riccioli doro!. Riccioli doro. S, cos lei aveva i capelli: proprio cos, gi fino alle spal- le. Ma chi era veramente? Fotografarla, dipingerla

5、. Allungare le mani sotto la minigonna a quadri della scuola cattolica e toccare la seta delle sue cosce nude. Pensavo, devo ammetterlo, anche a questo. Pensavo di baciarla, di capire se il suo viso era morbido come sembrava: carne di bambina. Fu cos fin dallinizio, da quando lei mi regal uno smaliz

6、iato invitante sorriso e i suoi occhi divennero per un attimo occhi di donna. Quindici, forse sedici anni: non ne aveva di pi. Oxford strusciate, borsa a tracolla, calzini bianchi tirati sui polpacci: una ragazzina di scuola priva- ta che si infilata nella fila fuori della libreria forse solo per cu

7、riosit. Ma cera nella sua persona un non so che di strano, che mi fece pensare che lei fosse “particolare“. Non mi riferisco al suo atteggiamento, a quella maniera strafottente di tenere le braccia incrociate e osservare con distacco landirivieni alla presentazione del libro. latteggiamento tipico d

8、ei gio- vani doggi. il loro nemico, come linconsapevolezza fu il nemico della mia generazione. Lei per aveva una patina brillante, quasi unaria hollywoodiana, mal- grado la camicetta sgualcita alla Peter Pan e il cardigan annodato alla buo- na attorno alle spalle. La sua pelle aveva unabbronzatura i

9、ntegrale e fin troppo uniforme (pensa alla seta delle sue cosce, con quella gonna cos corta!), e i suoi capelli lunghi e sciolti erano quasi color platino. E disegna- ti con perizia erano i contorni del rossetto sulle sue labbra, come se per darselo avesse usato un pennello. Tutto ci faceva sembrare

10、 la sua divisa scolastica un abito scelto con molto gusto. Poteva essere, ovvio, unattrice bambina o una modella. Ne avevo fo- tografate un sacco di ragazze cos che lanciano sul mercato, fino a quando hanno venticinque o addirittura trentanni, labbigliamento delle adolescen- ti. Per essere luna o la

11、ltra cosa non le difettava certo la bellezza. E aveva una bocca piccola, increspata, una vera bocca di bambina. Dio se non ave- va un aspetto grazioso! Ma neanche quella sembrava la spiegazione giusta. Era troppo grande per essere una di quelle ragazzine che leggono i miei libri, quelle, per in- ten

12、derci, che ora facevano ressa intorno a me assieme alle loro madri. E non era abbastanza grande per essere uno di quegli adulti che, senza na- scondere un certo imbarazzo, si compravano ogni mio nuovo libro. No, non cera nessuna ragione che giustificasse la sua presenza qui. E nella morbida, elettri

13、ca solarit dellaffollato negozio, lei faceva pensare a un essere immaginario, a unallucinazione. Cera in tutto questo un non so che di profetico, bench lei fosse molto reale, pi reale di quanto io fossi mai stato. Mimposi di non fissarla. Non mi fu peraltro difficile, dal momento che mi toccava scri

14、vere dediche in continuazione. Mi mettevano difatti in ma- no, con le faccine rivolte allins, una copia dopo laltra di Cercando Betti- na. A Rosalind, dal nome delizioso, e Per Brenda, dalle belle trecce, o Alla graziosa Dorothy, con particolari auguri. Davvero scrivi, di queste storie, anche le par

15、ole?. S. Scriverai altri libri su Bettina?. Prover. Ma questo il settimo. Non forse il caso di dire basta? Tu che ne pensi? una bambina vera, Bettina?. Per me s, e per te? Sei proprio tu che disegni i cartoni di Charlotte del sabato matti- na?. No, sono quelli della TV a farlo. Ma imitando i miei di

16、segni. La fila fuori della porta, sentivo dire, si snodava lungo tutto lisolato. Era una giornata molto calda per San Francisco e il caldo, in questa citt, co- glie sempre la gente alla sprovvista. Lanciai uno sguardo alle mie spalle per vedere se lei era ancora l. S. E sorrideva di nuovo nella stessa manie- ra tra

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